L’intervista a Roberto Acquaviva, direttore di Isokinetic Rimini


In occasione della nuova partnership tra Footvolley Rimini ed Isokinetic, gruppo all’avanguardia nel settore della Riabilitazione sportiva con 7 sedi in Italia ed una a Londra, abbiamo avuto il grande piacere di scambiare due chiacchiere con il direttore della sede riminese: Roberto Acquaviva. Tra progetti futuri, i motivi che stanno dietro al loro successo e quelli che stanno dietro questa nuova collaborazione, ne è scaturito un qualcosa di molto interessante. Buona lettura.


Buongiorno Roberto. I centri Isokinetic sono ormai da anni un vero e proprio riferimento Internazionale nel Settore della Riabilitazione sportiva e dal 2011 il vostro gruppo medico è riconosciuto come Centro Medico di Eccellenza Fifa: a cosa credi sia dovuto questo grande successo?
Credo che buona parte del merito sia dovuta alla lungimiranza del nostro Presidente Dott. Stefano Della Villa. E’ importante sapere, a tal proposito, che da 26 anni Isokinetic organizza uno dei più importanti congressi internazionali sulla Riabilitazione ortopedica e sportiva. Il prossimo giugno il nostro Centro Studi Isokinetic coordinerà la XXVII edizione del Congresso Internazionale di Traumatologia e Riabilitazione Sportiva, che si svolgerà per il secondo anno consecutivo a Barcellona, al Camp Nou. Qui Isokinetic chiamerà a raccolta la Football Medicine Community, con 200 relatori e 3000 partecipanti provenienti da oltre 94 paesi. Sarà un autorevole momento di incontro, aggiornamento e approfondimento scientifico per tutto il nostro settore. Congressi di questa importanza ci permettono di conoscere e confrontarci con colleghi di tutto il mondo, e anche di ricevere riconoscimenti importanti come quello di essere un centro di eccellenza FIFA.
 
Non può essere certo un caso se tantissime squadre e tantissimi giocatori di Serie A si rivolgono al gruppo Isokinetic.
Complimentoni. Andando un pò più nello specifico, il vostro metodo deriva, se non ho capito male, dall’allenamento della forza muscolare chiamata “isocinetica” ed è considerato un metodo innovativo ed unico. Se dovessi spiegarlo, in parole povere, a chi non ha alcuna conoscenza in materia (come il sottoscritto ndr), come lo descriveresti?
Esatto. Allora, alla base del nostro metodo riabilitativo c’è la convinzione che il recupero passi soprattutto attraverso il movimento e l’attività fisica. Nel percorso terapico per noi è importante misurare in modo oggettivo la forza e la resistenza muscolare. Per fare questo, utilizziamo strumenti speciali chiamati dinamometri isocinetici computerizzati, che consentono di dare valori precisi sui quali programmare l’attività riabilitativa. Attraverso il test effettuato dal paziente, questi strumenti sono in grado di misurare la forza dei muscoli che governano i movimenti dei distretti anatomici più soggetti a infortuni (spalla, ginocchio e caviglia). Il test è sempre eseguito comparando i due arti per determinare e quantificare il deficit in termini di percentuale. Una volta eseguito un test e dopo aver analizzato i risultati, si modifica il percorso riabilitativo in base ad essi e si programmano ulteriori test di controllo fino al raggiungimento del 100%, considerata una condizione indispensabile per consentire la ripresa dell’attività sportiva.

Studiandomi brevemente la vostra storia, ho visto che lo scorso Giugno, il Gruppo Isokinetic ha festeggiato i 30 anni di storia. Non un traguardo da poco. Cosa significa per voi? Nel breve avete intenzione di aprire altre sedi?
Lavoro da 15 anni all’interno del gruppo Isokinetic e per me fare parte di questa squadra significa essere dinamici e ricercare quotidianamente la cultura della performance. Trent’anni di storia sono un grande risultato per Isokinetic, che ha avuto il merito di portare qualità riabilitativa e innovazioni nell’ambito della riabilitazione ortopedica sportiva, in Italia e all’estero. Aprire una nuova sede non è una cosa facile, certo sarebbe un importante step, ma a questa domanda può rispondere solo la Direzione Generale.

Passiamo alla partnership ai nastri di partenza con Footvolley Rimini. Intanto, cosa ne pensi del Footvolley?
Lo trovo uno sport molto interessante, un’ottima combinazione di capacità coordinative e condizionali. Uno sport bellissimo da vedere. Giocarlo però, correggimi se sbaglio, implica una buona tecnica e, dato che non ho dei gran piedi, è meglio che continui a guardarlo.
 
La stretta di mano con cui tutto ha avuto inizio.

Si, non è certo il più facile degli sport, ma l’uso dei piedi non è per forza la maggiore delle scriminanti. Si tratta comunque di uno sport ancora agli albori, anche se sono innegabili i passi in avanti che questa disciplina abbia fatto in termini di popolarità negli ultimi anni. La mia ultima domanda è, perchè credete fortemente nel progetto di Footvolley Rimini? C’è qualcosa che vi spinge a pensare che un giorno questa disciplina potrà essere sul livello di altre come tipo il beach volley?
Conosco da vicino il mondo del beach volley, che pratico a livello amatoriale. Il beach volley è uno sport meno giovane del footvolley ed è anche disciplina olimpica: è normale che tra i due giochi ci sia ancora una differenza di popolarità. Credo nel progetto Footvolley Rimini però, perché ho trovato un’organizzazione fatta di persone giovani ma ben strutturata, con passione e con diverse idee interessanti. Un’idea che mi ha fatto per esempio impazzire è quella dell’Academy. Idea che può essere vincente per insegnare ai giovani questo sport e aumentare la sua popolarità in Italia: non solo in regioni come l’Emilia-Romagna e il Lazio, ma in tutta la penisola.

Grazie mille della disponibilità Roberto. Ci si vede sui campi!
Grazie a voi ragazzi. A prestissimo.


Lascia un commento

Your email address will not be published.